Lettera aperta ai presidenti delle associazioni peritali.
Il 7 agosto sono stato contattato dal Presidente dell’ASSIT, ing. Lanteri, che, con alto senso di responsabilità, gentilmente mi faceva notare un abuso o errore che avrei commesso nella creazione del sito del SAPRE.
Descrivo l’abuso/errore. Nel sito del sindacato, sotto la voce “ASSOCIAZIONI”, ho inserito il logo di altre Associazioni peritali di cui le stesse sono esclusive proprietarie; in pratica, me ne sarei “appropriato” . Ho fatto tale scelta nella massima buona fede ed allo scopo di dare maggiore visibilità alle quattro Associazioni peritali. Non potevo mai immaginare che i signori Presidenti delle Associazioni fossero dotati di così alta sensibilità da scatenarsi non già per tutelare i loro associati dai Periti abusivi (leggi Società), ma per deliberare una linea comune a tutela della proprietà del logo.
Ho quindi immediatamente rimosso il mio errore e, in questa sede, intendo chiedere umilmente scusa per aver così sconsideratamente attentato alla fin troppo tranquilla gestione delle suddette Associazioni.
Fin qui le mie scuse. Ma permettetemi ora di togliermi qualche sassolino che da troppo tempo alberga nelle mie scarpe. O, se volete, consentitemi di dimostrare che sono anch’io dotato di estrema sensibilità, ma per cose sostanziali, per abusi gravi, per offese solari alla nostra professionalità che è cosa ben più importante della titolarità di un logo.
Contesto alle Associazioni di:
per il loro stesso fine, non hanno personalità giuridica capace di tutelare l’interesse economico dei professionisti;
Perché che le Associazioni non hanno mai interessato le Camere di Commercio, che già hanno, per compito specifico, l’Istituto delle Camere Arbitrali? Temeva forse qualche Presidente o ex Presidente di perdere un certo potere con le Compagnie Assicuratrici, dal momento che tutto veniva demandato ad altri ?
E illustro, con ricerca varia, come deve essere articolato l’arbitrato irrituale senza ricorrere più ai Presidenti dei Tribunali per la nomina del terzo arbitro, evitando quindi di intasare sempre di più la macchina della Giustizia.
Oggi per la nomina del terzo sono necessari non meno di 2 – 3 mesi. E l’assicurato ? …… Aspetta!
Per non parlare poi della carenza tecnica di alcuni periti (leggi: società). In una certa sede arbitrale, in cui mi ero personalmente coinvolto, il perito della Compagnia non conosceva i gradi della fiamma; il terzo Perito, per non inimicarsi la Compagnia, confermava le strane tesi di quel perito…. Per concludere con lo scioglimento della riserva da parte del Giudice di merito.
Ma vi è di peggio. Una volta, durante una procedura arbitrale, cercarono di palleggiarsi la perizia la S.p.A. Cincotti., per le GENERALI, e la FIRE s.r.l., terzo Perito nominato dal Presidente del Tribunale di Latina; ambedue dell’AIPAI ed ambedue collegate con le GENERALI per la quale prestavano attività lavorativa. Ricorso e quindi annullamento della nomina della FIRE srl.
In questo quadro l’arbitrato non è di certo incoraggiante. E pensare che l’arbitrato è la naturale ricerca di una via alternativa alla Giustizia civile.
Pubblicheremo quanto prima tutto l’accaduto.
Ma ritorniamo al nostro argomento.
Enzo Pulitano così scrive sulle esigenze delle imprese:
“La
più nota, diffusa ed antica è senza alcun dubbio l'arbitrato. Particolarmente
ricorrente in sede internazionale, dove consente di superare attraverso il
ricorso ad un "giudice" neutrale i problemi della differenza di
giurisdizione, l'istituto ha da tempo trovato larga applicazione anche quale
alternativa alla giustizia civile interna, specie nelle questioni di particolare
delicatezza e rilevanza economica, dove la necessità di decisioni rapide, non
impugnabili ed autorevoli è particolarmente sentita.
Accanto all'arbitrato di diritto, equiparabile in un certo senso ad un
procedimento giudiziale semplificato (con giudici scelti dalle parti), e questo
non interessa i Periti Liquidatori, si è particolarmente affermato l'arbitrato
irrituale, il cui aspetto qualificante, rispetto alla giustizia civile, è la
possibilità di ottenere decisioni "di equità", slegate dalla rigida
applicazione delle norme giuridiche, ma finalizzate ad una giustizia
sostanziale, dove la ragione ed il torto vengono riconosciuti e sanzionati
attraverso una nuova disciplina degli interessi delle parti che tenga conto
della complessa realtà delle imprese, attuata dagli arbitri non in qualità di
giudici, bensì di mandatari delle parti stesse.
Lo sviluppo dell'arbitrato ha potuto giovarsi del continuo, proficuo ed
importantissimo appoggio, sia a livello organizzativo che a livello di studio e
di inquadramento scientifico, delle Camere di Commercio, in Italia ed
all'estero.
Basta ricordare, per tutte,
il prestigio universalmente riconosciuto a livello internazionale alla Camera di
Commercio Internazionale di Parigi, e l'autorevolezza e la fama raggiunte a
livello nazionale dalla Camera Arbitrale della Camera di Commercio di Milano. Il
ricorso a questi organismi ha garantito e garantisce l'attribuzione delle
controversie ad arbitri di sicura indipendenza, dotati di competenze specifiche
in relazione ai temi in discussione, secondo procedure note a priori ed
estremamente collaudate, a costi che potrebbero essere definiti
"controllati". Il gradimento incontrato ormai da moltissimi anni ne
costituisce conferma.
Ancora, poi, per l'arbitrato
irrituale, con le caratteristiche
strutturali dello stesso, dove le sorti della controversia si giocano
"one shot", senza possibilità di impugnazione salvo che in casi
estremamente limitatati e per lo più con scarse possibilità di successo,
postulano la ricerca di arbitri noti ed ai massimi livelli professionali: il
che, se assicura alle decisioni arbitrali un'indiscutibile autorevolezza,
comporta anche una fortissima lievitazione dei costi. D'altro canto, se gli
arbitri non sono persone note, la procedura ha scarso appealing, in quanto le
parti appaiono diffidenti e timorose della prospettiva di rimettersi ad una
decisione vincolante emanata da "persone normali".” Può sembrare
assurdo, ma è così.
Riporterò nei prossimi giorni alcune situazioni che si sono venute a creare con Periti squalificati e che di certo non operano correttamente.
Di chi la colpa ?
Perché quindi non appoggiarsi alle Camere di Commercio che già hanno ben 65 camere arbitrali. Gia ora le esperienze più significative sono apparse l'arbitrato "amministrativo" della Camera Arbitrale presso la Camera di commercio di Milano, la cui attività è peraltro relativa, allo stato, a casi numericamente limitati; le iniziative sperimentali di arbitrato nel settore assicurativo, soprattutto ad impulso di Unipol assicurazioni e Reale Mutua; la rete arbitrale delle camere di commercio, presso cui risultano istituite ben 65 camere arbitrali; la conciliazione presso le stesse camere di commercio, di cui alla legge 29 dicembre 1993, n. 580 quanto alle controversie tra le imprese o tra consumatori e imprese; l'Ombudsman bancario, istituito in base ad una convenzione A.B.I. nell'aprile 1993; i programmi di accesso alla giustizia curati, anche col contributo finanziario della commissione UE, del Comitato Difesa Consumatori di Milano; la procedura di conciliazione ed arbitrato promossa dalla Telecom e da alcune associazioni di consumatori per talune contestazioni relative alle utenze telefoniche; la Camera di conciliazione costituita ad iniziativa della Camera civile e della Corte d'Appello di Roma, cui si è affiancata l'esperienza dello "sportello" di conciliazione del Comune di Roma; lo "sportello" di conciliazione della Camera Arbitrale di Milano per la risoluzione dei conflitti tra artigiani e consumatori
Perché intasare la Giustizia ?
Signori Presidenti,
al momento della costituzione del SINDACATO innanzi al Notaio FLORIDI di Roma, che si terrà nel prossimo mese di settembre, se ne darà notizia, oltre che ai Ministeri competenti, anche alle associazioni dei Consumatori, agli organi professionali (Ingegneri, Architetti, ecc.) e finalmente a tutte le Assicurazioni esistenti sul mercato.
Signori Presidenti.
Il
SAPRE è una associazione sindacale autonoma, apartitica, e riunisce i LIBERI
PROFESSIONISTI che operano nella liquidazione dei sinistri per conto delle
Compagnie assicuratrici. Esso si
prefigge i seguenti scopi sul piano nazionale e internazionale:
Promuovere,
coordinare, assistere, dirigere, unificare tutte le iniziative sul piano
nazionale ed internazionale.
Tutelare gli interessi etici ed economici dei periti liquidatori liberi
professionisti, inclusi gli aspetti previdenziali, assistenziali, mutualistici.
Riformare, salvaguardare, sviluppare la libera professione, ed in particolare la
professione del perito liquidatore libero professionista attraverso tutte le
azioni e con tutti i mezzi ritenuti utili e necessari; ciò in concomitanza,
intesa od unione con altre categorie professionali.
Rappresentare e tutelare gli iscritti nei rapporti con gli Enti pubblici, i
privati, gli organi dello Stato e le altre associazioni sindacali, nonché
partecipare, a mezzo di rappresentanti in Enti, commissioni culturali, tecniche,
amministrative, consultive o di opinione, siano esse a carattere privato o
pubblico a qualsiasi livello.
Promuovere, sostenere e contribuire sul piano tecnico, amministrativo,
legislativo e similari, favorire e migliorare i rapporti tra gli iscritti e
valorizzare la professione del perito liquidatore libero professionista al fine
di accrescerne la dignità ed il prestigio nella evoluzione dinamica della
moderna Società.
Aderire ad intese con associazioni interprofessionali per il conseguimento
delle stesse finalità e con organizzazioni
di altri Paesi sia istituzionali che sindacali.
Il Coordinatore
Pietro Gori